Quirinale: Berlusconi non ha i voti e lo sa… ma è iniziato il grande romanzo sulla possibilità di diventare Presidente della Repubblica…

Non è uno scherzo del prossino Carnevale (Inizio 13/02/2022 Domenica di Settuagesima Fine 01/03/2022 Martedì Grasso), ma il prossimo febbraio sarà eletto il nuovo Presidente della Repubblica… e Silvio Berlusconi pensa di essere l’uomo più adatto per quell’incarico, anche se per la prima volta il più bravo imbonitore della storia politica italiana non ha di fatto niente in mano.  Conta sul fatto che il tandem sovranista Salvini-Meloni non ha nemmeno una candidatura di bandiera da proporre… Ora Silvio Berlusconi con tutta probabilità non diventerà mai presidente della Repubblica. E lui lo sa, anche se si diverte un mondo a fare la parte del papabile o almeno quello che dà le carte. Sta meglio fisicamente e quindi torna nell’arena, o forse il contrario, torna nell’arena e dunque sta meglio. Nei fatti sparito da tempo, il Cavaliere ci riprova. Non si preoccupa tanto delle campagne contro il suo tentativo che pure si sostanziano di una messe di argomenti: è l’italiano che ha più diviso l’Italia, e già questo dovrebbe bastare. Ha troppe ombre nel suo passato – da ultimo la sentenza che dice che le cene eleganti non erano cene eleganti ma prostituzione. Troppi demeriti oggettivi, a partire dalle cattive condizioni in cui ha lasciato l’economia italiana. È un uomo molto anziano e non in perfetta salute, e questo è un tempo che non permette di assentarsi neppure un attimo dal proscenio nazionale e internazionale. Tutto drammaticamente, per lui, vero. Ma soprattutto Silvio Berlusconi non ha i numeri. Gli dicono che basterebbero 50-60 voti in più di quelli che ha sulla carta per essere eletto alla quarta votazione ma probabilmente sono molti di più. Gli mancherebbero senz’altro parecchi grandi elettori del centrodestra, a partire da quelli della corrente europeista di Mara Carfagna, Renato Brunetta e Mariastella Gelmini che non avrebbe alcun interesse a mandare al Quirinale il vecchio patron dell’alleanza con gli odiati sovranisti, l’ostacolo alla piena emancipazione centrista degli azzurri. Discorso analogo si potrebbe estendere agli amici di Giancarlo Giorgetti, ma diciamo anche che anche un normale leghista doc il Berlusconismo se l’è messo alle spalle e scordato da tempo. Fratelli d’Italia? Forse loro sarebbero i più disciplinati, ove mai partisse l’ordine di votarlo, ma non sono poi tantissimi e in compenso hanno pochissime idee: a cosa o meglio a chi sarebbe effettivamente funzionale Berlusconi al Colle? Nella palude del Parlamento, cioè nell’ampia zona grigia di parlamentari senza casa politica, c’è molta gente che è stata maltrattata dal Cavaliere e che pertanto lo odia. Il suo forziere di voti è nel centrodestra, ma parafrasando l’Innominato manzoniano: dov’è, questo centrodestra o meglio Cos’è? Oggi si incontrano i ministri di Forza Italia e della Lega, ovviamente assenti i meloniani, e tutti e tre i gruppi pretendono di andare insieme da Mario Draghi, due di governo e uno di opposizione: un capolavoro di ineducazione politica e istituzionale che infatti non avverrà mai. È la fotografia di un pasticcio chiamato centrodestra. Dall’altra parte, il centrosinistra non voterà mai per il Cavaliere. Soprattutto dopo essere stato messo sotto con i voti di Italia Viva in Senato sulla legge Zan.  Ieri Enrico Letta lo ha detto con chiarezza che ogni possibilità di intesa con Italia Viva è impossibile dopo che il partito di Matteo Renzi nel segreto dell’urna ha votato per affossare la legge contro la violenza omofobica.  Erano le prove del voto per l’elezione del Cavaliere al colle…  “Per mesi ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il ddl Zan. Hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l’aritmetica”. (Renzi per il Quirinale  cerca un’alleanza con Salvini e Meloni). Per gli stessi motivi non si vede come possa ingolosire il cosiddetto super-centro, nel cui ambito peraltro ogni capo o capetto punta a obiettivi diversi da quelli degli altri. Il Cavaliere spera nelle divisioni altrui confidando che «quelli là non m’impallinino», come si è espresso davanti a testimoni riferendosi a Meloni e Salvini contando sul fatto che il tandem sovranista non ha una sua candidatura. E lui, il vecchio leader, potrebbe partire appunto come candidato nelle prime tre votazioni puntando a crescere dalla prima alla terza, secondo una dinamica psico-politica che altre volte si è sviluppata all’ombra delle colonne e dei salottini del Transatlantico di Montecitorio, dove nei giorni del Grande Romanzo del Quirinale sostano tutto il giorno gli oltre mille grandi elettori più decine di cronisti affamati di colore e se possibile di politica. Quando secondo il responso di urne considerate tradizionalmente infide darà Berlusconi non lontanissimo dai fatidici 505 voti che servono alla quarta votazione, egli potrebbe veramente provarci. Ma come detto le sue sarebbero munizioni bagnate, pallottole a salve, con contorno di promesse sussurrate nel vento. Decisivo nelle elezioni di Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, stavolta Berlusconi è nudo nella sua vecchiezza come un personaggio di un quadro di Ribera o di Caravaggio, con sé solo il vecchio superbo istinto dell’ affarista spregiudicato con attorno truppe infide che lo inducono a osare l’inosabile. Se tutto ciò è giusto, la domanda sorge spontanea: ma com’è possibile che l’ipotesi che Berlusconi possa diventare nella realtà il prossimo Capo dello Stato, (sulla quale fino a poche settimane fa si sorrideva), stia diventando materia principale di discussione? Come fa quest’uomo di 85 anni, dopo il long Covid, operazioni al cuore, tumori superati (e lasciamo perdere tutto il resto) inoculare nel mondo politico e nell’opinione pubblica l’idea di poter aggiudicarsi il big match del Colle? E com’è possibile – soprattutto – che osservatori esperti, giornalisti acuti, assidui dei talk show ci caschino? Il fatto è che molti di questi hanno gli anni per ricordare le gesta vittoriose del costruttore di Milano 2 e di Forza Italia, sempre dato per vinto e sempre miracolosamente resuscitato come un personaggio di Ovidio. Però questa volta non è più il tempo per un’ennesima metamorfosi… E dentro di sé anche lui lo sa…

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