L’apatia è una brutta bestia. Vediamo esattamente di cosa si tratta, quali sono i suoi sintomi, ma soprattutto quali sono i rimedi più efficaci per sbarazzarcene e tornare a rincorrere i nostri obiettivi con ritrovato entusiasmo.
“Non è l’odio il contrario dell’amore, ma l’apatia”
(Leo Buscaglia)
“Salve mi chiamo …Gianni e ho 20 anni. Da più di un anno non ho voglia di fare niente, né di andare all’università, né di lavorare, né di vedere amici o di fare qualsiasi altra cosa. Le giornate sono tutte uguali, le passo a non far nulla in casa. Ho smesso anche di fare sport e non ho nessun hobby o interesse.”
“Ciao sono Francesca ho 24 anni e ultimamente sento di avere davvero poche energie. Ho un sacco di cose da fare, quelle principali sono lo studio e il lavoro. Non posso evitarle, devo farle. Ma vorrei solo mollare tutto e tutti e starmene per conto mio.”
“Sono anche io in una fase simile. Infatti sono in ufficio e passo molto tempo su Internet, mia unica distrazione. Ho cambiato lavoro da poco e quindi non posso nemmeno lasciarmi andare del tutto. In realtà non vorrei fare nulla, preferirei solo scomparire.” (Maurizio)
Sono solo 3 storie delle tante che si trovano su forum e siti internet. A volte ne ricevo di molte simili via email o le leggo tra i commenti ai vari post di questo Blog… Sono storie di ragazzi e adulti che hanno perso l’entusiasmo: non hanno voglia di studiare, non hanno voglia di lavorare e, a dirla tutta, non hanno voglia di fare niente. Nei casi più gravi, dietro queste storie si nascondono stati depressivi o altre patologie, che richiedono interventi da parte di un medico o di uno psicoterapeuta. Però a ben pensarci a tutti noi è capitato almeno una volta nella vita uno di questi periodi grigi. Ci sentiamo completamente scarichi, spenti, senza la benché minima motivazione.
Questo stato d’animo si chiama apatia. Iniziamo. Cos’è l’apatia? Subito troviamo una definizione che non ci aspettiamo: “Apatico, agg. derivante dalla parola lat. apathīa, gr. ἀπάϑεια «insensibilità», comp. di ἀ- priv. e πάϑος «passione». Def.: sposato da sei settimane.”
Poche parole hanno cambiato radicalmente significato nel corso dei secoli come la parola apatia. Nell’antica Roma, l’apatia era considerata una virtù. Infatti, la massima aspirazione del periodo stoico… era quella di non esaltarsi, né abbattersi di fronte agli accadimenti della vita, consapevole che ogni evento, anche il più spiacevole, avrebbe comunque portato con sé una lezione positiva. L’apatia, intesa quindi come impassibilità e liberazione dalle passioni, era dunque uno stato d’animo a cui aspirare.
Nella sua accezione moderna, il termine apatia ha assunto invece una connotazione decisamente negativa.
Da Wikipedia: “Condizione caratterizzata da una diminuzione o dall’assenza di qualsiasi reazione emotiva di fronte a situazioni ed eventi della vita di tutti i giorni. Si esprime spesso sotto forma di indifferenza di fronte a situazioni che normalmente dovrebbero suscitare interesse o emozioni, e di inerzia fisica. Il soggetto apatico registra una riduzione dei comportamenti finalizzati, l’assenza di spirito di iniziativa e una quasi totale mancanza di motivazione.”
Insomma, da impassibilità, l’apatia è diventata sinonimo di indifferenza. L’apatia però NON è depressione… Chi è apatico infatti non prova una particolare sofferenza per la propria condizione (non gli interessa!), mentre chi è depresso spesso vive la propria situazione con ansia, stati d’animo negativi e addirittura la totale assenza di piacere nella vita. Bene, ora che conosciamo il nostro “nemico”, vediamo come manifesta i suoi “attacchi”! Avete presente i post dei forum con cui inizia questo articolo? Se ne possono trovare a decine, tutti molto simili tra loro. Ho però scelto proprio quei tre perché mettono bene in evidenza i sintomi tipici dell’apatia: Totale mancanza di voglia di lavorare, studiare o fare qualsiasi altra attività (“non ho voglia di fare niente“). Desiderio di isolarsi e sfuggire ai doveri e alle responsabilità (“vorrei mollare tutto e tutti e starmene per conto mio“). Livelli di energia sotto le suole delle scarpe (“ultimamente sento di avere davvero poche energie”). Come ho già accennato l’apatia può anche degenerare in forme patologiche con sintomi ben più gravi, addirittura di carattere neurologico: in questi casi, lo ripeto è necessario rivolgersi ad un medico specialista.
Diciamo però che la vostra sia semplicemente… voglia di non fare una beata cippa fritta! E diciamo anche che iniziate ad essere stufi di questa situazione. Insomma, vorreste reagire, ma non sapete bene da dove iniziare.
Ecco allora i rimedi più efficaci per combattere l’apatia. Sono 3 paroline che dovete stamparvi a fuoco nella mente dopo aver letto questo post.
“I ricercatori hanno annuciato di aver trovato una cura per l’apatia… purtroppo i pazienti non sembrano interessati”
Sono 3 gli elementi essenziali che devono essere presenti nella nostra vit ricercatoria se vogliamo sconfiggere l’apatia e ritrovare motivazione e voglia di fare.
1. Uno scopo che ci metta il pepe al culo… so esattamente cosa state pensando… anch’io, ne ho le palline di ping-pong piene dei vari para-guru di crescita personale che continuano a menarcela con questa storia del nostro scopo nella vita, delle passioni da inseguire, dei sogni da realizzare, etc. etc. Parole tanto belle, quanto vuote. Purtroppo non possiamo avere tutti le idee chiare come Elon Musk, che fin dall’età di 10 anni ha avuto il sogno di rendere la razza umana una specie multiplanetaria. Per questo motivo, nel corso degli anni ho cercato di fornirvi strumenti pratici per tradurre queste parolone fumose in qualcosa di decisamente più concreto. Ne ho parlato in altri articoli su questo Blog: Come trovare lo scopo della tua vita. Come trovare la propria strada. Cosa farò da grande? 3 modi non convenzionali per scoprirlo. E altri ancora.
Queste strategie possono sicuramente aiutarvi a schiarirvi le idee. Però non bastano. Ecco perché oggi vorrei aiutarvi a fare un passettino in più. Ora, trovare la propria strada non è un processo lineare, e di certo non può essere un processo puramente mentale. Non puoi mica sederti su una poltrona per 2-3 ore, chiederti che ci fai al mondo e sperare in un’improvvisa illuminazione trascendentale. Se vuoi davvero trovare uno scopo che ti metta il pepe al culo e uscire finalmente dal tuo stato di apatia, devi sporcarti le mani.
Sperimenta ogni giorno qualcosa di nuovo. Leggi un articolo o un libro su un ambito a te totalmente sconosciuto. Cerca di parlare con persone che abbiano avuto un percorso di vita singolare. Inizia a praticare un nuovo hobby. Viaggia. Impara una nuova lingua. Spesso infatti troviamo la nostra strada non continuando ad immaginare un ipotetico futuro, ma guardandoci alle spalle e mettendo insieme quei puntini (leggi: “esperienze”) che hanno caratterizzato la nostra vita fino a quel momento. Più esperienze significative e variegate sarete in grado di accumulare, più facile sarà per voi individuare un percorso che sentiate davvero vostro, un percorso unico che vi doni ogni giorno entusiasmo e voglia di vivere. E questo bagaglio di nuove esperienze potetei iniziare a costruirvelo oggi stesso, tra pochi minuti, appena finito di leggere questo articolo. No, non dovete partire per un viaggio mistico in India. Queste sono le scuse dei mediocri che continuano a rimandare la propria vita pensando che a contare siano solo le esperienze pre-confezionate che ci vendono in TV o sui social network.
Vuoi iniziare a collezionare esperienze che ti scrollino di dosso l’apatia? Oggi cerca di parlare con una persona che abbia più di 75 anni e chiedile quali siano i suoi più grandi rimpianti nella vita. Vedrai come ti metterà il pepe al culo questa semplice chiacchierata…
“L’eccellenza consiste nel fare cose ordinarie in modo straordinario”
(John W. Gardner)
2. Un’instancabile ricerca dell’eccellenza… non ne ho le prove, ma ho più di un sospetto sul fatto che l’epidemia di apatia che sembra aver colpito le giovani generazioni sia dovuta agli standard di perfezione con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno. Provate a pensarci… oggi se hai vent’anni e non hai fondato almeno una start-up da 1 miliardo di dollari, non hai la Ferrari parcheggiata sull’eliporto del tuo Yacht attraccato in Sardegna e hai meno di 10 milioni di followers su Instagram, beh… non vorrei dirtevelo, ma praticamente siete degli sfigati! E indovinate un po’ cosa succede quando i nostri termini di paragone sono così alti e così distanti? Ci blocchiamo! Il nostro cervello inizia ad avere vere e proprie crisi di rigetto: preferisce isolarsi, evitare qualsiasi responsabilità e nascondersi in uno stato di nulla-facenza auto-indotto.
C’è però un modo per non cadere in questa insidiosa trappola. Se infatti l’ossessione per una vita da copertina perfetta di fatto ci induce alla paralisi, la ricerca dell’eccellenza nelle nostre esperienze quotidiane rappresenta invece uno dei più potenti antidoti contro l’apatia. Confusi?! Lasciate che vi spieghi… fare progressi in un determinato ambito della nostra vita è l’ingrediente essenziale per riaccendere la nostra motivazione. Lo sanno bene, ad esempio, gli appassionati di videogiochi. Passare al livello successivo, conquistare nuovi poteri, sbloccare schemi segreti, sono tutti meccanismi psicologici che ci tengono incollati allo schermo. Lo stesso vale nella nostra vita: quando ci dedichiamo incessantemente a migliorare una specifica abilità, il senso di progresso e padronanza che proviamo sono inebrianti. Quindi se vuoi sbarazzarti dell’apatia devi dunque individuare un’attività che ti appassioni e che non sia né troppo facile, né troppo difficile; ma soprattutto un’attività che ti “costringa” ad allenarti quotidianamente in un’incessante ricerca dell’eccellenza.
Mi vengono in mente decine di queste attività: Suonare uno strumento musicale. Migliorare le proprie abilità fotografiche. Apprendere un linguaggio di programmazione. Praticare uno sport. Allenare la propria scrittura. ecc. ecc. Volete sapere qual è la parte più bella? Perfezionare queste abilità potrebbe addirittura aiutarvi a scoprire qual è il vostro/tuo famoso scopo nella vita!
Attenzione però: il mondo è pieno di dilettanti che si appassionano di questo e di quell’altro, per poi abbandonare il percorso a metà strada quando le cose si fanno difficili.
Non vorrei proprio che tu o meglio qualcuno di voi …diventi alla fine un semplice collezionista di hobbies.
Abbiamo visto che variare le proprie esperienze è importante, ma ad un certo punto devi decidere di superare la soglia della mediocrità e dedicare tutto te stesso alla tua “arte”, percorrendo fino in fondo i 3 stadi dell’eccellenza.
3. Un profondo senso di controllo… può sembrare paradossale, ma come abbiamo visto, l’apatia a volte può essere una risposta del nostro cervello a situazioni stressanti. Anzi, per essere più precisi… a situazioni su cui abbiamo l’impressione di non avere il controllo. Se infatti ci convinciamo che, nonostante i nostri sforzi, non potremo mai e in nessun modo modificare la nostra realtà, arrenderci è la nostra reazione naturale.
Ecco perché il terzo elemento essenziale per ritrovare entusiasmo e motivazione è il controllo.
Riappropriarsi infatti del proprio senso di controllo, anche se in una piccola sfera della nostra vita, ci darà gli strumenti necessari per ritornare in carreggiata. Nello specifico, se volete provare nuovamente questo senso di controllo, dovete introdurre nelle vostre giornate una qualche attività o abitudine, di cui possiamo decidere in massima autonomia alcuni aspetti: Quando poterla praticare. Come poterla praticare. Con chi poterla praticare. Cosa fare per praticarla. Indovinate un po’?!
Ho in mente esattamente l’attività che vi darà il pieno controllo su questi 4 aspetti e che può letteralmente rivoluzionarvi la vita. Introdurre un’ora tutta per voi, ovvero 60 minuti della giornata completamente dedicati a voi stessi e alla vostra crescita personale, può seriamente aiutarvi a sbarazzarvi dell’apatia. Avrai infatti la libertà di… decidere quando praticare la tua ora “sacra” (al mattino appena sveglio o alla sera al rientro dal lavoro, a te la scelta). Scegliere come investire questi 60 minuti al meglio. Stabilire con chi farla: da solo o con una persona speciale. Definire esattamente cosa fare durante questa ora: meditare, leggere, fare sport, praticare il tuo famoso hobby di cui abbiamo parlato al secondo punto, etc. Come ripeto spesso a chi mi legge: non dovete credermi sulla parola, ma provate questa ora solo per voi… anche solo per 7 giorni di seguito e vi assicuro che sentirete davvero di aver ripreso il controllo della vostra vita. Se siete arrivati fino alla fine di questo articolo di quasi 2.500 parole, beh, lasciatevelo dire: avete dato la prima “picconata” all’apatia e avete iniziato a cancellare dalla vostra mente l’espressione “non ho voglia di fare niente”. Naturalmente, per ritrovare davvero entusiasmo e motivazione, non basta leggere questo articolo: occorre anche metterlo in pratica.
Ecco allora una sintesi di ciò che dovrete/dovrai fare appena chiuderete/ai questa pagina. Inizia a pensare alla direzione che vuoi dare alla tua vita. Puoi utilizzare gli articoli che ti ho linkato per schiarirti le idee, ma ricorda che per trovare il tuo scopo nella vita, devi sporcarti le mani e uscire dalla famosa zona di comfort.
Nel momento in cui inizierai a fare nuove esperienze, metti da parte gli standard perfezionistici con cui ci bombardano ogni giorno, e concentrati piuttosto sulla quotidiana ricerca dell’eccellenza. Perditi ogni giorno in un’attività che ti appassioni, ti stimoli e ti sfidi a dare sempre il tuo meglio. Infine non dimenticare di riprendere il controllo della tua vita. Un ottimo modo per farlo è quello di introdurre l’abitudine dell’ora solo per te: 60 minuti della giornata completamente dedicati a te stesso, in cui, ad esempio, praticare l’attività vista nel punto precedente.
Bene, voglio concludere questo articolo con una citazione tratta da un famoso film: Seven, interpretato da Brad Pitt e Morgan Freeman: “È che non riesco a continuare a vivere in mezzo a gente che abbraccia e coltiva l’apatia come se questa fosse una… una virtù. […] L’apatia è una soluzione, insomma è più facile stordirsi con qualche droga piuttosto che dover affrontare la vita; è più facile rubare quello che si vuole piuttosto che guadagnarselo. È più facile picchiare un figlio che educarlo. Diamine! L’amore costa, costa impegno, lavoro…”
A presto…
E’ sempre tempo di Coaching!
se hai domande o riflessioni da fare, ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti oppure: prendi appuntamento per una sessione di coaching gratuita
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